Il digitale ha preso il comando: dalla musica al cinema, dalle auto alle e-mail, ogni angolo della nostra vita è invaso da bit e pixel… eppure, più ci allontaniamo dall’analogico, più sentiamo il richiamo di un tempo che non possiamo più toccare.
La musica digitale è cristallina, perfetta, ma alla fine ci troviamo sempre a cercare quel “fruscio” caldo, quella imperfezione che ci ricorda quando i nostri nonni si riunivano intorno al camino in una fredda sera d’inverno. Perché?
Il digitale è impeccabile: dinamico, preciso, infinito, senza degradarsi nel tempo: ogni suono, ogni immagine, ogni dato è cristallino; il digitale ci promette la perfezione.. ma c’è un “ma” nascosto dietro ogni bit: è freddo, è troppo perfetto, non ha l’anima del suono analogico, non ha quel “calore” che ci emoziona: possiamo manipolarlo, perfezionarlo, correggerlo.. eppure, non basta.
L’analogico, con la sua imperfezione, ha una forza che il digitale non può eguagliare: ogni distorsione, ogni sfumatura è unica, è come se il suono stesso avesse una vita propria. Perché, allora, nonostante il digitale possa ricreare ogni dettaglio, desideriamo ancora l’imperfezione? La risposta è semplice: l’imperfezione ci rende umani.
Cosa significa “analogico”? Non è solo un tipo di suono o di immagine: è un procedimento filosofico: tutto è connesso, fluido, in evoluzione; l’analogico è l’esperienza diretta del tempo che scorre, dell’errore che diventa parte della bellezza.. ogni suono analogico, ogni immagine è un flusso, un movimento continuo, e in questo continuo divenire, c’è qualcosa di profondamente umano: ogni “imperfezione” nell’analogico è una traccia di vita.

E se ti dicessi che puoi avere entrambi? Il digitale e l’analogico, insieme, nella loro forma più pura: grazie alle tecnologie moderne, è possibile portare il suono analogico che ami, ma con la potenza e la precisione del digitale: un suono vintage, ma senza il degrado del nastro; un’esperienza unica, perfetta nella sua imperfezione.. Non si tratta di scegliere: si tratta di vivere il meglio di entrambi i mondi; l’analogico è un piccolo squarcio in una tela apparentemente liscia, è un amore che non ha paura del dolore, è il fruscio che ci ricorda che siamo tutti in viaggio, tutti alla ricerca di qualcosa che non possiamo definire.. e se ti va di ascoltare, non quello che ti dicono, ma quello che senti, sono qui per offrirti quella piccola imperfezione che rende tutto straordinariamente perfetto; grazie alla mia esperienza, posso aiutarti a unire questi due mondi, creando un suono che racchiuda l’anima dell’analogico e la precisione del digitale: non solo musica, ma un’esperienza su misura per chi vuole il meglio di entrambe le dimensioni.