Non cercavo un claim, cercavo un’immagine dinamica, un’immagine sonora;
sono cresciuto in mezzo alle montagne, vicino ad un fiume, un fiume che nel suono del suo nome racchiude l’acronimo analogico-digitale-digitale-analogico: ADDA.
Quando mi è stato chiesto di esprimere con tre parole quello che faccio quello che vorrei fare avevo questi colori in testa: il blu ed il verde: quando mi immagino immerso in un mix o in una canzone la prima cosa che mi viene immette è l’oceano, non tanto la superficie, ma la profondità.
Mi fa un pò paura il mare aperto ed infinito, ma allo stesso tempo mi attrae molto; la connessione tra fiume ed oceano nel processo creativo musicale mi è venuta spontanea principalmente legata a questo momento di musica liquida, di streaming.
Mi è sembrata una metafora molto musicale ed efficace.. dal fiume: la prima idea, la prima nota, il primo rumore; all’oceano: lo sviluppo, l’arrangiamento, la registrazione.
Ripensandoci il collegamento che più mi piace non è quello verso il mondo digitale, l’oggi usatissimo streaming, quanto la dimensione fisica superficiale ed immersiva: un continuo di onde sempre uguali e sempre diverse, il concetto e la manifestazione di flusso; il suono non si vede, il suono si immagina, si percepisce, appartiene ad una alfabeto che non ha lettere grafiche, ma tasti emotivi legati a tutti i sensi che ne creano uno tutto loro: il sentire in sé, attraverso il suono.
Se c’è un elemento fisico che mi aiuta visivamente ad avvicinarmi a queste frequenze invisibili agli occhi è appunto l’acqua, ecco perché sento che from the river to the ocean in qualche modo mi rappresenta .